di minima&moralia pubblicato venerdì, 1 Luglio 2022 · Aggiungi un commento
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In un’estate che sembra come tante altre, viste le tracce della maturità o i tg che quando arriva la metà di giugno non vedono l’ora di nominare Caronte, ma con qualcosa in più, o in meno, a pensarci bene, come la guerra in Ucraina (che ha compiuto quattro mesi), i diritti delle donne che negli Stati Uniti vengono presi a calci, la gente che parla in corsivo, ecco, in un’estate che sembra ma che in fondo non è come tante altre, mi viene in mente Calvino, quando parlava del “buon lettore”, dei buoni propositi che tutti i lettori fanno quando arriva l’estate, che pur essendo diversa dalle altre può offrirti sempre qualche momento di tregua, di solitudine, un piccolo varco, dove di solito si infila la noia, in cui finalmente possiamo dedicarci “a una scelta di letture essenziali che daranno un tono alle sue vacanze”.
Jennifer Egan, La casa di marzapane, traduzione di Gianni Pannofino, Mondadori
A dodici anni dall’uscita de Il tempo è un bastardo, che le è valso il Premio Pulitzer, Jennifer Egan torna con un romanzo che parte dai limiti e dai vantaggi della tecnologia per interrogarsi sul futuro, sulla memoria, sul nostro rapporto con gli altri e sui diversi modi che ognuno di noi ha per accettare il tempo che passa. In linea con alcuni episodi di Black Mirror e con il Gondry di Eternal Sunshine of the Spotless Mind, il protagonista di questo romanzo, Bix, inventa “Riprenditi l’inconscio”, una nuova tecnologia che ti permette di accedere ai ricordi e di rivivere un momento del passato. Si alternano diverse voci, attraverso cui la storia piano piano prende forma, e leggendo si ha la sensazione di sbirciare un po’ il futuro, per prepararsi a quello che succederà, e allo stesso tempo di ritrovarsi in un mondo familiare, che ormai sembra molto lontano nel tempo.
Sally Rooney, Dove sei, mondo bello, traduzione di Maurizia Balmelli, Einaudi
Quando Alice e Felix si incontrano, nel bar di un albergo di un paesino irlandese, lei gli dice di essere una scrittrice, lui le chiede di cosa parlano i suoi libri, lei risponde: “Delle persone”. Ecco, è quello che Sally Rooney (che qui, non a caso, si nasconde proprio dietro al personaggio di Alice) sa fare meglio di tutti, raccontare le persone. Nel suo terzo romanzo, il migliore, secondo me, analizza la storia e le storie di due ragazze, Alice ed Eileen, e di due ragazzi, Simon e Felix, le loro vite che cambiano nel tempo, alternando momenti di pura narrazione a scambi epistolari tra le due, che riflettono sulla fama, sull’arte, sulla sessualità, sul perdono, sulla vita in generale. Viene fuori più di quello che raccontano i gadget e i post su Instagram, più di un semplice ritratto generazionale, più di una voce che si presta ai disagi dei millennial. È un romanzo che parte dalla realtà, per poi tornarci, e che ci aiuta, in fondo, a capirla, a decifrarla, a metterla a fuoco.
Veronica Raimo, Niente di vero, Einaudi
Come mi ha suggerito una mia amica, se esistesse una versione letteraria della serie Fleabag, forse, sarebbe questo romanzo, che ha i ritmi di uno spettacolo di stand up comedy, uno spettacolo di quelli belli, però, dove tra un capitolo e l’altro ci si prende una piccola pausa, si respira, si beve un po’ d’acqua, per poi passare all’argomento successivo, trattato sempre con grazia, con il coraggio, per dirla alla Baudelaire, di “mettere il cuore a nudo”. Le prime letture, le fughe da casa, l’insonnia, la fede, i viaggi a Berlino, le malattie, il rapporto con l’estate, la verginità, un mondo che non è il nostro ma che ci somiglia davvero tanto, in cui trovare un po’ di conforto, oltre al coraggio di riconoscere le nostre ombre e di capire che è normale, in fondo, come si diceva in un film di qualche anno fa, sentirsi sempre un po’ così: tristi, ma felici.
Antonella Moscati, Una quasi eternità, Quodlibet
Il quasi del titolo è dettato dal corpo della protagonista che è cambiato nel tempo. Raggiunta ormai la soglia dei cinquant’anni, è “quasi” fisiologico fare un bilancio, guardare indietro, mettere insieme i ricordi e provare a dare una forma a quella che chiamano esperienza. E a partire dallo sguardo degli altri, soprattutto uomini, che funge un po’ da cornice, Moscati ci invita a riflettere sulla vita, che si sa quando inizia ma non si sa quando finisce, su quale possa essere la funzione dei nostri organi, sulla vecchiaia che, in alcuni casi, può essere vissuta anche come una malattia.
Francesco Longo, Il cuore dentro alle scarpe, 66thand2nd
Chissà se l’autore usa le sessanta statue dello Stadio dei Marmi per raccontare la storia dello sport a Roma, le vicende umane che hanno attraversato una città eterna, o quasi, per riprendere il libro di Moscati, o viceversa. L’idea è quella di andarci piano, di riflettere, di fermarsi ogni tanto per osservare una figura, un simbolo, per raccontare quello che rappresenta, tutto il tempo si porta addosso. In fondo, questo libro, che è un diario di viaggio, una guida, una raccolta di racconti (dello stesso numero di quella di Buzzati), un romanzo corale, svela il metodo, il processo, l’atto della scrittura, di chi ha il coraggio di guardare le cose senza giudicarle, di chi non fa il tifo per quelli che vincono, ma sa dare spazio anche ai sognatori che hanno gli occhi pieni di rimpianti, di chi non si accontenta mai della realtà, anche quando diventa un’abitudine.
Francesco Targhetta, La colpa al capitalismo, La nave di Teseo
Dieci anni dopo il romanzo in versi Perciò veniamo bene nelle fotografie, quattro dopo il bellissimo Le vite potenziali, Targhetta torna alla poesia catturando lo spleen della provincia, poco prima che sparisca la luce. “Restano queste ipotesi di grazia/nel disagio di sneakers seminuove”, “ma ogni giorno si esercita nel plagio/di un uomo che si trova/a proprio agio nel mondo”, “Sarah di lavoro fa la madre/di un bimbo che scarta regali”, “Domani salirà sui monti/per osservare come sboccia il mondo/in assenza di esseri umani”. La colpa è anche nostra, che assecondiamo il male, che ci abituiamo a tutto, che non siamo più capaci di arrabbiarci, che abbiamo dimenticato le cose importanti, che “dalla parte giusta/della storia/ci sta solo chi muore”.
Il libro della memoria, a cura di Antonella Tarpino, il Saggiatore
Se Theodore, il protagonista di Her, ha ragione quando dice che il passato è solo una storia che raccontiamo a noi stessi, e che la memoria, quindi, è profondamente inaffidabile, questo libro ci aiuta a riconoscerla, a conoscere la sua storia, attraverso le parole di grandi come Rousseau, Hugo, Cicerone, Kafka, Dickens, Benjamin, DeLillo, per passare dal tempo perduto a quello ritrovato, dalla memoria volontaria a quella involontaria, per capire come possiamo vivere anche dentro noi stessi, come possiamo accettare tutto quello che siamo stati.
Giulio Iacchetti, Semplici formalità, Johan & Levi Editore
“Progettare è un’attitudine alla sintesi”, sostiene l’autore nell’introduzione, poco prima di cominciare il viaggio dentro questo suo dizionario sentimentale degli oggetti (e non solo) di design, che hanno fatto la storia. Per ogni oggetto, per ogni esempio di “formalità”, intesa in senso buono, lontana dall’estetica vuota e autocompiaciuta delle star, che si parli della supposta, delle Pringles, del Chupa-Chups, del biscotto Plasmon, dello stecco “a elica”, della capsula dell’ovetto Kinder, c’è una cronistoria e un commento personale, un piccolo racconto, scritto oggi, con il senno di poi, dimostrando, come ha fatto Longo nel suo libro, che l’età adulta è fatta anche di scoperte, più o meno leggere, non solo di abitudini.
Sempé, Diari di Bordo, traduzione di Tommaso Gurrieri, prefazione di Patrick Modiano, Edizioni Clichy
Come scrive Modiano nella prefazione, i disegni di Sempé sono vicini al balletto e alla danza, sfidano la legge di gravità, hanno la stessa leggerezza dei sogni. Paesaggi, ritratti, scene di vita familiare, uomini, donne, animali, catturati nella loro intimità, in tutta la loro goffaggine profondamente umana. Accanto alle prove di copertina per il New Yorker, ci sono piccoli quadretti satirici con delle didascalie e dei commenti ironici sull’amore, sulla psicanalisi, sui rapporti umani, sui luoghi comuni che popolano la società, soprattutto quella francese.
Quaderno di compiti delle vacanze per adulti, Blackie Edizioni
Quiz sul cinema, sulle serie tv, sull’arte, sui libri, sulla scienza, sulla musica, sul calcio, per quando non abbiamo voglia di spiare le vite degli altri ma neanche di imbatterci in un libro, per sfidare noi stessi, conoscere i nostri limiti e diventare, chissà, magari, un giorno, quello che tanti, oggi, credono di essere, dei tuttologi. Belle le immagini, belli i quiz, belli i viaggi che ti invita a fare. Un quaderno magico, prezioso.
Categorie: libri · Tag: Antonella Tarpino, Francesco Longo, Francesco Targhetta, Giorgio Biferali, Giulio Iacchetti, Jennifer Egan, Sally Rooney, Veronica Raimo
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